Gli orrori del comunismo jugoslavo Volume 1+2 di Emanuele Bartoli 
Gli orrori del comunismo jugoslavo Volume 1+2

€ 99,00

 

Gli orrori del comunismo jugoslavo Volume 1+2
di Emanuele Bartoli,  2022,  Indipendently Published
STORIA
condizioni: NUOVO

Note:
Edito nel 2022 da Amazon, che ne cura la distribuzione in esclusiva.
L’opera letteraria originale, nata come unico volume di oltre 800 pagine, è stata elaborata per ottenere una riedizione composta da due volumi, il primo di 450 pagine e il secondo di 518, disponibili sia con copertina morbida che rigida.

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Ecco i capitoli lungo i quali si snoda il racconto dell’Autore:

VOLUME 1:

- Prefazione.
1 - Prodromi e cenni storici.
2 - La strage di Vergarolla.
3 - L’eccidio di Malga Bala.
4 - L’eccidio di Porzus (Malga Porzus).
5 - La simbiosi criminale.
- Mappa generale delle foibe.
6 - I luoghi dell’orrore comunista, le foibe, le fosse comuni e le vittime.
7 - Trieste, Gorizia, Udine, Vicenza Pordenone,Treviso, Belluno.
8 - Territori croati dell’Istria centro-settentrionale.
9 - Territori croati dell’Istria centro-meridionale.
- Bibliografia e fonti.
- Indice dei nomi e delle sigle.
- Indice delle località e delle foibe.
- Indice dei capitoli.

VOLUME 2:

10 - Slovenia.
11 - Croazia orientale e Dalmazia.
12 - Isole del Golfo del Quarnaro e della Dalmazia.
13 - Annegamenti nelle zone costiere.
14 - Bosnia Erzegovina, Serbia, Montenegro.
15 - Foibe senza vittime e foibe fantasma.
16 - I carnefici comunisti.
17 - Il recupero delle salme.
18 - L’esodo.
19 - Esuli famosi delle zone giuliano dalmate.
20 - Protagonisti ed eroi del nostro tempo.
21 - Poesie e racconti.
22 - Negazionisti e disinformatori.
- Conclusioni.
- Bibliografia e fonti.
- Indice dei nomi e delle sigle.
- Indice delle località e delle foibe.
- Indice dei capitoli.

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Molto si è detto sull’argomento delle foibe, ma la vera essenza del crimine comunista non è ancora stata sviluppata e divulgata abbastanza da fornire un quadro chiaro ed esaustivo sulla portata effettiva dell’olocausto da questo provocato.
Mentre infatti la vulgata resistenziale che alimenta ancora oggi l’odio comunista propone incessantemente teorie negazioniste e riduzioniste dell’immane tragedia, la Storia e le testimonianze, oltre ai ritrovamenti sempre più frequenti di fosse comuni, inducono a stimare il numero delle vittime oltre i due milioni di unità.
Già da tempo infatti l’insigne politologo e studioso Rudolph Joseph Rummel esperto di democidi, aveva quantificato la cifra delle vittime della ferocia comunista titina in oltre 2.130.000 persone, stima destinata purtroppo ad aumentare.
La macabra certezza è da imputare al fatto che, nonostante la prassi criminale dei partigiani comunisti di occultare i cadaveri per nascondere le prove dei loro delitti e genocidi, si sia comunque scoperto e accertato che, ad esempio, la Slovenia è un immenso cimitero nascosto e che il sottosuolo di parecchie località contengono decine di migliaia di cadaveri.
Negli ultimi ritrovamenti in ordine cronologico sono stati portati alla luce gli scheletri nascosti nelle fosse comuni della zona di Kocevje dalle orde comuniste che tanto piacevano a Palmiro togliatti, a Luigi Longo e a tutto il gotha del Partito comunista italiano.
Va detto che proprio a causa della complicità del partigianato comunista italiano con l’orrore comunista slavo tutto ciò fu possibile, compreso lo stupro dei territori dell’Italia orientale rubati da Tito e poi annessi alla Jugoslavia.
Questa opera letteraria di Emanuele Bartoli, autore di altri nove libri (disponibili su Amazon), tutti sul comunismo e sui relativi criminali, racconta la verità su tutto ciò che la sinistra ha nascosto per decenni riguardo alle foibe, compresa la complicità del PCI con Tito nelle uccisioni sia di civili italiani che di combattenti partigiani non comunisti.
Il libro, che si snoda attraverso 800 pagine di racconto, svela anche le motivazioni politiche che indussero Togliatti a tradire l’Italia, soggiogato dall’insano desiderio di trasformare la nostra Nazione in un satellite sovietico, agli ordini di Stalin.
Vengono evidenziate le dinamiche criminali con cui le forze cosiddette “alleate” spadroneggiarono nei territori italiani e slavi, uccidendo migliaia di persone con i loro bombardamenti e rifornendo Tito di armi e sostegno militare.
Si racconta di come gli inglesi agirono in totale disprezzo sia dei diritti umani che delle Convenzioni internazionali, prendendo in consegna decine di migliaia di domobranci con le loro famiglie che si erano arresi, per poi consegnarli alle orde partigiane assassine comuniste, ben sapendo che così le stavano condannando a morte, come infatti accadde, in un susseguirsi di ecatombi senza precedenti.
Le foibe, le fosse comuni, la tortura, lo stupro, gli annegamenti in mare, il sadismo, le vendette, e la mancanza totale di ogni parvenza di umanità costituirono il modus operandi abituale del partigianato comunista jugoslavo, sempre coadiuvato da quello comunista italiano pilotato da Togliatti e Longo.
Oggi gli eredi di Togliatti negano tutto ciò, nonostante l’evidenza storica e le carte d’archivio, precedentemente secretate, che inchiodano i comunisti e i partigiani alle loro responsabilità e ai loro crimini.
L’ANPI continua a interpretare un ruolo per il quale dovrebbe essere processata per crimini contro l’Umanità, così come tutti quei pennivendoli negazionisti come Claudia Cernigoi o Joze Pirjvec, oppure come Montanari Tomaso (Rettore dell’Università per Stranieri di Siena), i quali si impegnano a fare da cassa di risonanza per diffondere la disinformazione imposta dal “pensiero unico”.
L’esodo di 350.000 connazionali dai territori giuliani, istriani e dalmati ha costituito una tragedia epocale causata dal Terrore e dall’odio comunista, lo stesso che animava i partigiani di allora e che continua ad esistere nell’ANPI di oggi e nei suoi squallidi fiancheggiatori.
Un’opera quindi, quella di Emanuele Bartoli, che ci dà una visione di insieme molto incisiva, e che tratteggia i particolari che rappresentano le tante tragedie che costituirono, nel loro insieme, un democidio organizzato e pianificato a tavolino.

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