La visione delle due vallate di Giorgio De Capitani 

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La visione delle due vallate
di Giorgio De Capitani,  2021,  Apollo Edizioni
RELIGIONI
ISBN: 9788831202664
collana: Stilla Maris
condizioni: NUOVO

Note:
“Da tempo sostengo che una delle pagine più belle, forse la più suggestiva, è la “visione delle ossa inaridite”, che richiama immediatamente il capitolo 37,1-10, del libro del profeta Ezechiele.

Da tempo sostengo che finora è stata ben poco considerata, anche dai pittori e dai musicisti, per non parlare di una Chiesa che si è limitata a leggerla in riferimento al popolo ebraico, ridotto come ossa aride, nel deserto dell’esilio babilonese.

Una “Visione” che già per l’ebreo Ezechiele, deportato a Babilonia alla fine del VI secolo a.C., dove aveva ricevuto dal Signore la vocazione profetica, in un momento assai difficile per i suoi connazionali, rassegnati e disperati, era chiaramente una allegoria che invitava alla speranza.

Il Signore per bocca di Ezechiele non preannunciava unicamente una rianimazione esterna del suo popolo, ma, mediante l’effusione del “suo spirito”, intendeva operare soprattutto un cambiamento profondo e interiore.

Senza questo cambiamento, il popolo ebraico presto o tardi sarebbe ricaduto nel peccato, e si sarebbe ripetuta l’esperienza della perdizione che lo ha condotto all’esilio.

La simbologia della valle di ossa che rivivono al soffio dello Spirito non riguardava solo il popolo ebraico, ma ogni popolo, il mondo intero, e, starei per dire, ciascun essere umano, in quanto singolo.

Il mio è un racconto, e, com’è nel mio stile, è un racconto anche paradossale.

Rileggo e interpreto la “Visione” di Ezechiele all’oggi, e oltre l’oggi.

È anche una rilettura e reinterpretazione personale, com’è nel mio intento, quando parlo di Dio e dei suoi sogni, della fede e della mistica.

Dio ha dato a ciascuno un intelletto o spirito, che è proprio di ogni essere interiore.

Vorrei tanto che ciascuno trovasse sempre qualcosa di nuovo nella Parola divina.

Ogni religione può dire la sua, e anche la Chiesa, ma né la religione né la Chiesa dovrebbero mettere dei paletti al cammino interiore di ogni figlio di Dio.

Ho chiesto a Martina Viganò di collaborare con quattro dipinti, con l’intento, più che di decorare artisticamente il racconto, di completarlo elevando il lettore al di là del racconto stesso. Diciamo meglio, testo e disegni si integrano illuminandosi a vicenda.

Ogni “Visione” era un’illuminazione interiore per gli antichi profeti, che poi avevano l’incarico di decodificare il messaggio segreto, racchiuso nella Luce divina, con parole proprie...” (dall’Introduzione di Don Giorgio De Capitani)

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