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Storie dell’impossibile. 12 racconti del fantastico e dell’orrore
di Gianni Virgadaula,  2020,  Maurizio Vetri Editore
FANTASCIENZA
ISBN: 9788899782627
condizioni: NUOVO

Note:
Una nota dell’autore





12 racconti che narrano il mondo dell’occulto, che indagano su quel sottile filo rosso che divide la vita dalla morte. Che ci dicono come la dimensione del nostro quotidiano sia spesso parallela ad un altro vivere, ad un altro esistere. Tanto da doverci domandare se qualche volta non abbiamo parlato anche noi con delle persone defunte senza saperlo, senza rendercene conto. Così gli episodi qui proposti ci conducono per mano verso tanti immaginifici viaggi nelle pieghe dell’anima, nei meandri dell’inconscio, nelle vie profonde e imperscrutabili del mistero.

Le storie dell’impossibile si ispirano ad una fortunata serie televisiva andata in onda negli Stati Uniti dal 1959 al 1964 che aveva per titolo The Twilight Zone ideata e prodotta da Rod Serling e proposta in Italia nel 1962 con il titolo Ai confini della realtà. Quei telefilm (allora si chiamavano così) avevano la durata di 25 minuti, e soprattutto nella prima edizione ottennero un grande successo, tanto che i produttori realizzarono di seguito altre 4 stagioni. E anche quando la serie venne “pensionata” per un evidente calo di gradimento, comunque The Twilight Zone influenzò parecchio il filone del genere fantastico in televisione, anche con sperimentazioni e caratteristiche più leggere, diremmo da commedia. Basterebbe citare, ad esempio, la riuscita sitcom Vita da strega (titolo originale Bewitched) ideata da un autore geniale come Sol Saks, prodotta dalla Screen Gems a partire dal 1964, e poi trasmessa per otto stagioni dall’emittente ABC.

Protagonista la brava Elizabeth Montgomery nel ruolo di Samantha, una bellissima strega che sposava Darrin Stephens, un “mortale” che lavorava nel campo pubblicitario (l’attore Dick York), dando così vita a tutta una serie di episodi esilaranti.

In verità, sembra più certo che la serie Bewitched sia stata ispirata dal famoso film Ho sposato una strega (I Married a Witch) girato nel 1942 da René Clair ed interpretato da Veronica Lake. Ma è comunque inquietante il fatto che il primo ciak dell’episodio pilota di Bewitched fu battuto dal regista William Asher il 22 novembre 1963; lo stesso giorno dell’assassinio di John F. Kennedy; una data che colpì profondamente Asher, dato che egli, nel ’62, aveva prodotto la festa di compleanno di Kennedy la sera in cui Marilyn Monroe cantò “Happy Birthday, Mr. President”. Quale circostanza più tragica avrebbe potuto accompagnare l’inizio di Vita da strega, (I Married a Witch) che pure avrebbe riscosso negli Stati Uniti e nel mondo un clamoroso e duraturo successo?

Ma tornando ai racconti di Storie dell’impossibile, ritengo che essi presentino e racchiudano tutti i “canoni fondanti”, direi classici, del racconto fantastico e orrorifico, ed intendono rendere omaggio anche al “gotico italiano” e alla sua importante scuola. Una scuola che ha avuto autori di assoluto rilievo: da Riccardo Freda a Mario e Lamberto Bava, da Lucio Fulci a Ruggero Deodato a Claudio Fragasso, sino a giungere a Pupi Avati e Dario Argento. Allo stesso modo, mi piace citare quegli scrittori che ho letto e amato, come Edgar Allan Poe, Bram Stoker, l’autore di Dracula, e Mary Shelley, l’autrice di Frankestein, senza escludere il nostro Dino Buzzati, e persino direi Carlo Collodi, il cui Pinocchio originario, mi riferisco alla prima edizione pubblicata nel 1881, aveva già tutti gli elementi della favola che ce lo hanno fatto amare, ma finiva tragicamente, in maniera truculenta, con il burattino di legno impiccato ad una grande quercia, vittima innocente di un inesorabile destino. Questo a volere significare quanto sia labile il confine fra la risata e il pianto, il sereno e la tempesta, la fiaba e l’orrore.



Gianni Virgadaula

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